Controllare gli impulsi più estremi implica l’apprendimento di tecniche che possono aiutare a gestire la rabbia e lo stress. Propulsori che possono dare adito ad atti di violenza domestica. Attraverso un lavoro di ristrutturazione cognitiva si possono modificare le credenze disfunzionali che sostengono il comportamento violento.
Prevenzione: riconoscere i segnali precoci e mettere in campo interventi
È decisiva la fase in cui iniziano a manifestarsi alcuni segnali e comportamenti del maltrattante da non sottovalutare. L’identificazione precoce dei comportamenti controllanti può prevenire l’escalation della violenza.
→ L’isolamento sociale progressivo del partner rappresenta spesso una strategia di controllo che precede forme più gravi di abuso.
→ La svalutazione verbale e la manipolazione emotiva sono indicatori significativi di un potenziale pattern abusivo in sviluppo.
Come e dove intervenire
L’educazione relazionale deve iniziare in età infantile, concentrandosi sullo sviluppo di una visione che non passi per la tangente della questione di genere, iniziando proprio dalla semiotica del linguaggio.
Non devono esistere “compiti da femminuccia e da maschietto”; non dovrebbero esistere giochi o sport da maschio e da femmine, a meno che non sia la persona a manifestare una preferenza in base a scelte autonome e libere da ogni condizionamento culturale.
Non deve esistere un colore che connota l’appartenenza a un genere. Il pantalone rosa non deve più uccidere nessuno!
Frase fatta ma necessaria “La sensibilizzazione sociale richiede un approccio che coinvolga famiglia, scuola e istituzioni.”
Come possiamo noi psicologi e psicoterapeuti portare il nostro contributo?
Un primo passo che mi sento di consigliare ai professionisti più giovani, è quello di approfondire i temi legati al fenomeno della violenza di genere con una formazione che consideri proprio il lavoro sinergico. A iniziare dalla famiglia passando per la scuola, il percorso termina con il coinvolgimento attivo delle istituzioni.
Nessuno deve sentirsi deresponsabilizzato. La figura del terapeuta può entrare in ogni contesto ove sia necessario portare consapevolezza sui segnali precoci della violenza e incentivarne la denuncia spesso non fatta in tempo, anche a scopo autoeducativo, ovvero la persona può riconoscersi in questi comportamenti abusivi e può dunque intervenire in tempo per evitare evoluzioni che possano portare a esiti drammatici.
Il soggetto che può trasformarsi nel maltrattante non ha un’età, un’estrazione sociale o una collocazione esclusiva: può essere tra i banchi di scuola, in ufficio o seduto a tavola, in casa…
Aiutami ad aiutarti
È il mio appello affinché tu possa concederti un momento di confronto, nel caso in cui ti trovassi in una situazione di violenza di genere. Non aspettare il primo schiaffo o la prima spinta, non sono gesti normali che devi accettare come parte di una relazione di coppia in cui può accadere!
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