Le emozioni sono sempre un argomento che attira chi ne vive l’intensità, in tutte le loro sfumature. Le emozioni sono tali da tenerci col fiato sospeso, ci fanno innamorare, ricordare con entusiasmo, struggimento, passione, malinconia… Sono ciò che ci fa sentire vivi, ma anche ciò che può farci “penare”.  

Le ultime ricerche nel campo delle emozioni legate a quello che è stato definito il “secondo cervello”, hanno trovato un legame, uno rispecchiamento tra emozioni e intestino. 

Questo è stato anche il tema del convegno che ha visto me e il mio collega, il dottor. Andrea Latte partecipare con un intervento sull’argomento. Un’interessante finestra e parentesi sulle emozioni che condizionano la nostra esistenza in ogni suo aspetto e dimensione.

L’Asse Cervello-Intestino: un legame profondo tra mente e corpo

Il nostro intestino non è solo il centro della digestione ma anche una sede complessa di interazione neuropsicologica che, grazie a recenti ricerche, si rivela fondamentale per la nostra salute psicofisica.

Indicato come “secondo cervello”, l’intestino è in grado di influenzare stati emotivi e risposte fisiologiche grazie alla connessione bidirezionale con il sistema nervoso centrale. Questo asse cervello-intestino crea un canale di comunicazione privilegiato che permette uno scambio continuo e dinamico di informazioni tra mente e corpo, dimostrando come molte condizioni psicologiche siano collegate a processi interni all’apparato gastrointestinale.

Il “Secondo Cervello” e il Sistema Nervoso Enterico

In parole semplici, l’intestino è dotato di un “mini cervello” autonomo, chiamato sistema nervoso enterico, che è fatto di tantissimi neuroni (le cellule nervose) — circa 100 milioni. Questo “secondo cervello” segue le istruzioni del sistema nervoso principale (cioè quello che passa dal cervello e dalla colonna vertebrale), e riesce anche a prendere decisioni da solo su varie funzioni, soprattutto quelle legate alla digestione.

Dato che c’è un continuo scambio di informazioni tra questo “secondo cervello” e il cervello principale, le emozioni forti o le situazioni di stress possono influenzare direttamente l’attività dell’intestino.

Ad esempio, lo stress può rallentare o accelerare i movimenti intestinali, cambiare le secrezioni che aiutano a digerire il cibo, e persino modificare il modo in cui zuccheri e grassi vengono gestiti nel corpo.Questo sistema nervoso dell’intestino è anche in grado di regolare le risposte del nostro corpo agli stimoli esterni, come tensione e rilassamento, e può quindi contribuire a come ci sentiamo, sia fisicamente che emotivamente.

Il ruolo del Microbioma Intestinale nel generare ansia, depressione e stress cronico

Studi recenti hanno evidenziato che uno squilibrio microbico è correlato a stati infiammatori e stress ossidativo, che contribuiscono a loro volta a condizioni neuropsicologiche complesse.

L’insieme di batteri, funghi e virus (oltre 100 trilioni) che vivono nel nostro intestino, chiamato microbioma, ha un ruolo importante per la salute mentale oltre che per la digestione. Questa comunità microbica produce sostanze, come la serotonina (di cui si stima che ben il 95% venga sintetizzato proprio nell’intestino), che influenzano il nostro umore e, quando il microbioma è in squilibrio, può causare infiammazioni e stress nelle cellule.

Questi problemi, a loro volta, possono contribuire all’insorgenza di disturbi come ansia, depressione e stress cronico.

Insomma, ogni alterazione nel microbioma può avere ripercussioni sul nostro umore, influenzando l’insorgenza di disturbi come l’ansia, la depressione e lo stress cronico.

L’intestino e la risposta di “Attacco o Fuga”

Quando il cervello percepisce una minaccia, attiva una risposta fisiologica nota come “fight or flight”, in cui l’intestino gioca un ruolo importante. Questa risposta inizia con un incremento della produzione di cortisolo e di altri ormoni dello stress, seguita da un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della tensione muscolare.

L’intestino reagisce a questa situazione riducendo la sua attività motoria e la secrezione, arrivando talvolta a sospendere temporaneamente la digestione per prepararsi ad affrontare l’emergenza. Questo fenomeno, se protratto nel tempo, può contribuire a condizioni croniche come la sindrome dell’intestino irritabile e disturbi funzionali gastrointestinali, dove la somatizzazione dell’ansia si traduce in dolori addominali e disagi persistenti.

Salute intestinale e salute mentale: mente e intestino si influenzano a vicenda

Tanti studi confermano la correlazione tra disturbi gastrointestinali e patologie psicologiche, tra cui una ricerca condotta da Mikocka-Walus e colleghi nel 2019, che ha dimostrato che: 

  • il 20% dei pazienti con disturbi gastrointestinali soffre di ansia
  • il 25% presenta sintomi di depressione. 

I disturbi dell’umore, infatti, si accompagnano spesso a una riduzione della biodiversità batterica e a un’alterazione del microbioma, suggerendo una relazione bidirezionale in cui sia la mente che l’intestino si influenzano a vicenda.

Approcci terapeutici per l’equilibrio psico-gastrointestinale

Gestione dello stress

La gestione dello stress è una componente fondamentale per prevenire e mitigare i disturbi gastrointestinali. Le tecniche possono prevedere:

Psicoeducazione: fornire ai pazienti informazioni su come il corpo reagisce allo stress, spiegando il funzionamento dei sistemi simpatico e parasimpatico.

Skills Training: apprendimento di alcune efficaci tecniche di rilassamento, strategie di coping per affrontare gli stressor, e incoraggiamento di comportamenti salutari come l’attività fisica, una dieta equilibrata e il rispetto dei ritmi del sonno.

Mindfulness: la mindfulness, una pratica che promuove la consapevolezza del presente in modo non giudicante, aiuta a ridurre l’attivazione del sistema nervoso e migliora la regolazione emotiva. 

È dimostrato che riduce le risposte fisiche allo stress, permettendo una gestione ottimale della tensione, riducendo gli stati infiammatori e migliorando il benessere intestinale.

Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC)

La TCC rappresenta un approccio terapeutico basato su evidenze scientifiche per la gestione dei disturbi dell’asse cervello-intestino:

Psicoeducazione: inizialmente, si introducono i pazienti agli effetti dello stress sull’intestino, spiegando il legame tra emozioni, pensieri e sintomi fisici.

Modificazione dell’Arousal: tecniche di rilassamento e gestione del sistema di attacco o fuga per modulare l’attivazione fisiologica e promuovere il rilassamento intestinale.

Ristrutturazione cognitiva: identificazione e modifica di pensieri disfunzionali, come l’ansia viscerale e la tendenza alla catastrofizzazione, riducendo l’impatto emotivo sui sintomi.

Esposizione e sperimentazione comportamentale: affrontare paure legate ai sintomi e agli spazi sociali, spesso causa di isolamento per chi soffre di questi disturbi.

Prospettive per il futuro: come potrà cambiare l’approccio alla salute mentale

La comprensione dell’asse cervello-intestino sta trasformando l’approccio alla salute mentale e fisica, promuovendo un trattamento che integra psicologia, nutrizione e gastroenterologia per rispondere ai bisogni complessi dei pazienti. 

La ricerca futura continuerà ad approfondire i meccanismi che legano mente e intestino, portando a una migliore gestione dei disturbi psicosomatici e gastrointestinali attraverso terapie sempre più personalizzate.

La scoperta dell’asse cervello-intestino ci invita a ripensare il concetto di benessere, mostrandoci che la salute psicologica e fisica sono intimamente connesse. 

Il nostro microbioma intestinale, oltre a influenzare la digestione, partecipa attivamente alla regolazione delle emozioni e della risposta allo stress, diventando un vero e proprio alleato della mente. Questo significa che adottare un approccio integrato alla salute, che includa una dieta bilanciata, tecniche di gestione dello stress e pratiche di consapevolezza, può migliorare i sintomi digestivi e favorire un equilibrio emotivo più stabile. 

Considerare l’intestino come il nostro ‘secondo cervello’ ci permette di intervenire in modo più efficace su disturbi come ansia, depressione e stress cronico.