Oggi voglio affrontare un argomento tanto attuale quanto doloroso e che mi sta molto a cuore: la violenza. Se stai vivendo una relazione “turbolenta”, ecco come liberarti di un uomo violento.
Voglio subito chiarire due cose: la violenza non è solo fisica bensì anche psicologica, e non è detto che come atto sia sempre attribuibile all’uomo. Ci sono anche donne violente, forse non nella stessa modalità quando si tratta di aggressione fisica, ma ci sono.
Nel titolo che ho scelto non c’è una sfacciata discriminazione di genere, ma soltanto la spinta a indagare in un fenomeno ormai, purtroppo, molto diffuso e che vede come vittima per lo più la donna, intrappolata in una relazione violenta che può sfociare anche nel dramma di cui spesso sentiamo parlare.
I segnali che devi saper riconoscere
Tante donne, purtroppo, restano vittime inermi della violenza sia fisica che psicologica. Una violenza che cresce in una escalation di sintomi chiari che si manifestano:
- con le piccole offese celate dietro il tentativo di essere “ironici”
- con offese via via sempre più specifiche, in ambito sessuale, fisico e mentale
- con il tentativo di sottomettere e convincere la partner del fondamento di quelle affermazioni fatte solo per “onestà”
- con l’allontanamento graduale da amici e familiari
- con l’istigazione all’abbandono del lavoro e dei propri interessi (per poter avere un controllo totale e senza interferenze.
Ecco questi 5 segnali sono i sintomi che devi osservare con attenzione per liberarti di un uomo violento e prevenire il disastro di una relazione fondata su questi presupposti.
L’uomo violento in pubblico è quasi sempre impeccabile
Eh sì, l’uomo violento in mezzo agli altri non lascia trapelare nulla della sua reale natura o comportamento deviato. È simpatico, amorevole, e anzi fa sorridere gli altri con le sue battute che restano pungenti, sì, ma con un tono smorzato rispetto a quelle che sbottano di rabbia e collera repressa nelle 4 mura.
In questi casi, soprattutto agli inizi, la donna coinvolta sentimentalmente non si rende conto della gravità della situazione, e oscilla fra la frustrazione delle offese e la speranza che l’atteggiamento pubblico del compagno possa mantenersi tale di lì in poi…
Spesso, e continuo a dire purtroppo, una relazione di questo genere prosegue anche per anni e anni, dondolando su un’altalena di momenti orrendi e altri di speranza che quegli occasionali sprazzi di affetto possano essere la chiave di volta di un cambiamento.
L’uomo violento però non cambia, a meno di non riconoscere il problema e a meno di non volersi mettere in discussione imparando a riconoscere e gestire le emozioni.
Anche il legame che la sua compagna non riesce proprio a tagliare, continuando a subire offese e umiliazioni, ha motivazioni ben più profonde e radicate in un forte e assurdo senso di colpa. Una colpa da espiare sottoponendosi alla violenza reiterata del partner.
Il passaggio dalla violenza psicologica a quella fisica è breve
Non è affatto da escludere che – seppure agli inizi la violenza sia soltanto di tipo verbale – col tempo possa trasformarsi in violenza fisica.
Questo passaggio può accadere perché lei, a un certo punto, stufa delle umiliazioni inizia a reclamare quel rispetto mancato. La reazione più temibile è quella dell’aggressione.
Lui può reagire portando la violenza allo stadio successivo, o sarebbe meglio dire a quello degenerativo, picchiando la sua donna che ha reagito ai maltrattamenti verbali.
Di solito, tempo di ritrovare quel barlume di lucidità (non legata all’atto riprovevole ma alla paura dell’abbandono), alle botte seguono le suppliche, le richieste di perdono e le promesse che “non accadrà mai più”.
Ma sappiamo che questa promessa e che l’amore dichiarato in questi frangenti non sono altro che frasi fatte per tentare di riparare il danno.
Se stai vivendo tutto questo, come liberarti di un uomo violento?
La donna coinvolta in un rapporto del genere non è lucida, è offuscata dalle continue offese e minacce, dunque quasi sempre non è in grado di uscirne da sola.
Ha bisogno di un aiuto da parte di qualcuno che dall’esterno possa descriverle la situazione. Ma affinché ciò avvenga, il primo passo lo deve fare lei aprendosi con una persona di cui si fida veramente.
La paura del giudizio, la paradossale abitudine all’offesa nutrita dal senso di colpa che proviene da un vissuto o da un contesto ambientale particolare, possono ostacolare quell’apertura salvifica anche per anni.
Non fidarti della paura, rompi gli schemi e scegli l’Amore
Ecco perché voglio scrivere qui, in questo spazio dedicato alle persone con il bisogno di un confronto, che paura, abitudine e senso di colpa sono solo una misera parte del tutto, un modo di leggere l’unica realtà che ci stiamo concedendo per restare in uno schema divenuto vissuto.
Bello o brutto che sia, un vissuto rappresenta pur sempre un’alternativa tangibile al nulla. Il nulla è quel resto fatto di tutto ciò che ancora non si conosce, e che paradossalmente spaventa più dell’ira di un uomo violento.
7 segnali per riconoscere la coppia sana
Sono 3 le caratteristiche minime necessarie per una coppia sana:
- legame concreto e vivibile
- condivisione di un progetto
- vicinanza fisica
e altre 4 caratteristiche fondamentali per una coppia solida:
- percezione di una distribuzione equilibrata del potere decisionale
- co-esistenza delle “mie ragioni e tue ragioni”
- autonomia personale
- indipendenza emotiva: potrei anche vivere senza di te è l’idea costitutiva della relazione che però la difende e tutela, perché le dà il valore relativo che tutto il resto ha nella vita.
Concludo,
augurandomi che a guidare il tuo percorso di vita sia l’amore e non la rabbia o la violenza…
L’amore è fatto di parole buone, sincere ma non distruttive. L’amore può finire, certo, anzi a volte deve finire per lasciarci proseguire la strada, ma non dovrebbe mai finire per sfinimento da aggressioni.
Lascio un link utile al centro antiviolenza di Piacenza – per chi volesse cercare un sostegno e un valido punto di riferimento.